venerdì 10 marzo 2017

Muri

     Vivo in un bel posto, una volta bellissimo, la mia abitazione è prossima al mare, alla base di una dolce collina già spaccata, a valle, dalla strada statale e attraversata da stradine che si inerpicano verso l’altura. Stradine che erano viottoli, sentieri che portavano ai terreni terrazzati coltivati, in parte, a uliveti. Ora, queste stradine anguste, sono carrozzabili, ma accessibili solo a mezzi di ridotte dimensioni.
Anni fa passeggiare per queste stradine era piacevolissimo, man mano che si saliva lo sguardo si allargava su un panorama ampio e mozzafiato che si estendeva da estremi promontori, da un lato e dall’altro. Il blu intenso del mare si scontrava con il verde brillante della campagna con un effetto rigenerante e pacificatore. La primavera proponeva davvero spettacoli e profumi bellissimi!
Le verdurine di campagna e gli asparagi “intrattenevano” e a casa portavi sempre un fagottino da assaporare in una buona minestra. Queste escursioni e la vita di mare, in un mare pulito che non conosceva inquinamento, rendevano la vita semplice, ma ricca e naturale.
     La campagna, negli anni, però, è andata scomparendo, cancellata da case, villette e giardini con improbabili prati all’inglese. Ville e villette difese da recinzioni e muri, muri sempre più alti tracciati dai segni di ulteriori innalzamenti avvenuti nel tempo e dalla cui sommità spuntano tegole e tetti,  abusivi, ovviamente!
Di tanto in tanto vado a passeggio per queste stradine e mi ritrovo a camminare sempre di più fra muraglie di pietra sempre più alte, scure, opprimenti, innaturali, interrotte di tanto in tanto da cancelli, anche questi non più “trasparenti” come una volta, ma oscurati da opprimenti pannelli grigi.
Più salgo verso la collina e più il desiderio di vedere il panorama si fa intenso e più i muri opprimono e chiudono la vista. Al ritorno, sconfitta, scendendo verso la costa, torno a vedere il mare, quello solito, più limitato, ma visibile.
La campagna, qui, non esiste più, ingoiata silenziosamente da mattoni e cemento e finti giardini, privi di alberi da frutto ed erbette campagnole.
Muri, muri, muri.
Inglobati, chiusi, serrati, ci stiamo imprigionando con le nostre mani, chiudiamo fuori per chiuderci dentro!
Si parla tanto di crisi economica e povertà, ma da dove viene tanto denaro per costruire tanti muri?








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